(articolo pubblicato su Espoarte - contemporary art magazine, n. 58, aprile/maggio 2009)
Opiemme, Sogni Infranti
Ci sono interventi artistici che generano discontinuità cognitive e attraversano i confini tra i diversi linguaggi espressivi; si tratta di casi rari ma, girovagando per gallerie, si può avere la fortuna di inciampare, quasi per caso, in un evento che è qualcosa di più di una mostra, che travalica la definizione di work in progress, che sovverte le convenzioni temporali e ridesta le coscienze dal sonno dogmatico al quale troppo spesso ci abbandoniamo.
È successo alla galleria Dieffe Arte Contemporanea di Torino che ha organizzato con OPIEMME una “mostra tutta al contrario”. Ad accoglierci poesie in tazzina, messaggi pacifisti, gli specchi dei sogni infranti e i divieti di sognare, pensare, respirare… Sogno o son desto? Opiemme - che da tempo ci ha abituato all’arte nei luoghi insoliti - torna in galleria ma, incapace di immaginare l’arte come qualcosa di statico, crea un vortice dinamico, in continua trasformazione. Il laboratorio ha preso il via il 5 febbraio, ma l’inaugurazione è quasi coincisa con il finissage della mostra: giorno dopo giorno, l'artista ha lavorato allo sviluppo del progetto. Un mese e mezzo durante il quale la galleria non è mai stata uguale a se stessa. Cruciverba poetici, stelle cadenti sul conflitto palestino-israeliano, tracce di interventi urbani… Il tutto amalgamato con i due ingredienti base delle ricette Opiemme: etica ed estetica. L’attivismo politico, l’attenzione ai problemi più urgenti, la volontà di scuotere le menti, sapientemente mescolati alla vertigine artistica, all’armonia delle forme, al gusto dei contrasti. La ricerca artistica di Opiemme si sviluppa in quella “poesia” che è messaggio artistico-semantico, capace di unire l’impegno concreto ai significanti emotivi. E nella poesia, si sa, l’ascolto è parte della costruzione di senso. L’apertura mentale, la predisposizione alla conoscenza e alla critica sono i presupposti base per fruire dei messaggi di Opiemme. È un fenomeno artistico bottom up, non piegato alle regole dei “mercanti in fiera”, non destinato alla sola visione; il pensiero muove dalla multidisciplinarietà e realizza il cambiamento.
Che bella recensione, grazie... Noemi
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