Torino: inaugura la Fondazione 107. Intervista a Federico Piccari

(articolo pubblicato su Espoarte - contemporary art magazine, n. 59, giugno/luglio 2009)

Menlibayeva Almagul

Il 28 maggio, a Torino, con A est di Niente. Arte contemporanea dell’Asia centrale postsovietica, ha inaugurato la Fondazione 107. Abbiamo intervistato Federico Piccari, artista, ideatore e promotore del progetto...





Susanna Sara Mandice: Ha da poco inaugurato la Fondazione 107, fulcro di quello che in pochi anni sarà il Progetto 107 - Centro della Creatività. Come nasce quest’idea? 
Federico Piccari: L’idea nasce dalla consapevolezza che Torino è la capitale del contemporaneo, è da sempre una città laboratorio e per questo si differenzia dalle altre città. A Torino non esiste un centro che abbia come mission l’aggregazione tra operatori nell’ambito creativo, nel senso più ampio del termine. Il Progetto 107 vuole raggruppare professionisti creativi, designers, progettisti, creatori di moda, emittenti radio, gallerie d’arte, studi d’artista, laboratori in genere, scuole di musica, in modo da creare sinergie in un ambiente piacevole e confortevole, con molto verde. Ci sarà un bosco di ulivi pensile, dei muri di verde, parcheggi interrati, un centro fitness con piscina sul tetto, un punto ristorazione, uno sportello bancario: tutti quei servizi che rendono comoda e più piacevole la permanenza in un luogo. Il cuore di Progetto 107 sarà il centro per le arti, sviluppato dalla Fondazione 107. Progetto 107 è costituito da due fasi, la prima terminerà entro quest’anno e prevede la costruzione di loft-laboratori; la seconda, già implementata, completerà il progetto. Sul sito si possono seguire i rendering delle due fasi. Torino always on the move è stato il motto degli ultimi anni. Secondo molti osservatori, il capoluogo piemontese rappresenta un modello di eccellenza contemporanea. 
Come pensa che la Fondazione 107 possa contribuire a differenziare e migliorare la già ricca proposta culturale di Torino? 
Torino rappresenta un modello di eccellenza, preso ad esempio soprattutto all’estero; il lavoro svolto è stato ottimo, occorre non mollare, continuare a crederci. La cultura è stata la via di svolta, ora Torino deve creare ulteriori opportunità, permettere aggregazioni, costruire un sistema stimolante capace di attrarre competenze e operatori che sceglieranno Torino per vivere e fare sistema. A est di niente, prima mostra in programma, è un progetto ambizioso che da subito denota la volontà di proporre una cultura di qualità. Si tratta della prima retrospettiva sull’arte dell’Asia centrale post-sovietica mai organizzata. Sono stati coinvolti curatori preparati e artisti di indiscusso valore... In mostra un catalogo molto importante racconta gli eventi dal 1991 ad oggi; si parte dal periodo in cui le mostre “fuori programma” si svolgevano clandestinamente negli appartamenti. I curatori sono stati scelti tra professionisti specialisti di queste aree geografiche, due di loro vivono in questi luoghi e lì svolgono con grande professionalità il loro lavoro. Valeria Ibraeva ha contribuito in modo determinante allo sviluppo del contemporaneo in Kazakistan attraverso il centro Soros, che ha ospitato e dotato di mezzi gli artisti per permettere la realizzazione delle opere. Conoscere in modo approfondito il territorio vivendolo, è determinante per comprendere l’arte in trincea non raccontata. Si tratta di una mostra molto interessante che presenta le cinque ex repubbliche sovietiche in Asia, oltre a Mongolia ed Afghanistan, la cosiddetta Grande Asia. Alcuni artisti hanno partecipato a mostre internazionali come la Biennale di Venezia, altri, saranno presenti a quest’ultima edizione. Diversi artisti e diverse tecniche: pittura, video, fotografia e scultura. Il catalogo della mostra è stato tradotto in inglese e in russo. Un omaggio, quest’ultimo, agli artisti centro-asiatici e alla loro lingua. In mostra c’è anche un omaggio a Torino, voluto da uno degli artisti, sarà una vera sorpresa! 
Quali difficoltà incontra una mostra di questo tipo, che presuppone di aprire una strada nelle relazioni culturali con paesi spesso dimenticati? 
Difficoltà di ogni tipo: di comunicazione, trasporti, nell’invitare gli artisti in Italia. Sono paesi che hanno necessità di ricostruire il proprio passato per costruirsi un futuro. Il tema di fondo della mostra è proprio la ricostruzione. Gli artisti provengono da stati che già oggi rivestono, a livello economico e internazionale, un ruolo determinante nella produzione di materie prime e le tensioni che vivono al loro interno rischiano di inasprirsi nel futuro. Un’anticipazione sui prossimi progetti in cantiere? 
Una mostra a tema, che coinvolgerà artisti provenienti dai diversi continenti. 


Fondazione 107 Via Sansovino 234, Torino 
Info: 011 4544474 www.fondazione107.it www.progetto107.it 
Mostra in corso: A Est di niente. Arte contemporanea dell’Asia centrale postsovietica 
29 maggio - 27 settembre 2009

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