(articolo pubblicato su Espoarte - contemporary art magazine n. 60, agosto-settembre 2009)
È giunto alla quindicesima edizione il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti organizzato, dall’1 al 22 luglio, a Como. Alla Fondazione va riconosciuto il merito di essere una tra le poche istituzioni italiane che si occupano di formare i giovani protagonisti dell’arte attraverso l’implementazione di corsi e attività dirette alla crescita professionale di artisti e curatori. I progetti di Ratti si inseriscono in un vuoto istituzionale che andrebbe urgentemente colmato: i numerosi premi italiani finanziano i giovani con cifre irrisorie (rispetto ai premi internazionali), la maggior parte dei nostri ragazzi non gode di borse di studio a copertura parziale o totale delle spese sostenute per seguire corsi di perfezionamento e il sistema di residenze è ancora carente. In questo desolante panorama, il Corso della Fondazione Ratti, curato da Anna Daneri e Cesare Pietroiusti e diretto da Annie Ratti, si configura come una stella cometa.
Ogni anno la Fondazione propone a un ospite internazionale la gestione dell’insegnamento che si sviluppa attraverso seminari, incontri con artisti, critici e curatori, workshop, visite… Gli studenti del 2009 sono guidati da Walid Raad, artista e docente libanese, al quale Ratti dedica la prima personale italiana, fino al 30 agosto, allo Spazio San Francesco di Como.
L’argomento scelto da Raad come punto di partenza per la summer school è la violenza (sia fisica che psicologica), intesa come componente imprescindibile dell’esistenza. Il tema offre sicuramente diversi spunti di indagine e, se ben affrontato, non dovrebbe sconfinare nella banalità.
Il 4 luglio, con una giornata aperta di presentazione al pubblico, gli studenti hanno raccontato se stessi, chi attraverso un’opera, chi una performance, chi una presentazione dei lavori svolti. Siamo andati a trovarli. Il gruppo è indubbiamente composto da talenti dalla vocazione internazionale con curricula solidi. Eppure il “Corso Aperto” non ci ha permesso di scorgere l’inedito estetico che cercavamo, quella sorta di beata rivoluzione che dovrebbe caratterizzare le nuove tendenze. Forse le nostre speranze erano troppo elevate? Ci auguriamo che il corso intensivo sia l’input che manca all’estro di questo gruppo i cui lavori avevano (quasi tutti) un vago sapore di déjà vu. Certamente alcuni lavori si caratterizzavano per una maggior originalità, ma a questo punto è meglio aspettare il risultato del corso per esprimere giudizi definitivi. Le opere degli studenti verranno presentati in due mostre finali che, è il caso di dirlo, aspettiamo con pazienza.
Il poetico titolo scelto da Raad per il Corso e: “Siamo capaci di far piovere ma nessuno ce l’ha mai chiesto”. Forse è giunto il tempo di ballare la danza della pioggia!
Artisti coinvolti nel progetto:Rebecca Agnes (Italia), Basma Alsharif (Kuwait/Egitto), Luca Bolognesi (Italia), Emily Verla Bovino (USA), Luiz Mauricio Brandão (Brasile), Antonio Cataldo (Italia), Helen Dowling (UK), Chiara Fumai (Italia), Silvia Giambrone (Italia), Eric Golo Stone (USA), /barbaragurrieri/group (Barbara Gurrieri e Emanuele Tumminelli, Italia), Jaša (Slovenia), Diego Marcon (Italia), Pedro Neves Marques (Portogallo), Mariagiovanna Nuzzi (Italia), Minna Öberg (Finlandia), Ivor Shearer (USA), Giulio Squillacciotti (Italia), Dan Starling (Canada), Arianna Vanini (Italia), Andrew Varano (Australia).
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