Nuovi protagonisti: intervista a collettivo Diogene

(Intervista pubblicato su Espoarte - contemporary art magazine n. 62, dicembre 2009 - gennaio 2010)

A Torino, in corso Regio Parco, in uno dei quartieri popolari cresciuti in seguito l'immigrazione meridionale e il fiorire dell'industria automobilistica, c'è una rotonda spartitraffico attraversata da un binario tranviario morto.
È su quel binario che sorge una vecchio tram argentato, brillante, adibito a casa, con tanto di cassetta per la posta. É la sede di Diogene_bivaccourbano, il progetto di residenza per artisti ideato dal collettivo Progetto Diogene. Nei mesi scorsi i ragazzi di Diogene hanno lavorato alacremente e giorno dopo giorno hanno trasformato la vecchia carrozza del tram in una residenza al centro di uno spazio pubblico. Tra secchi, spugne e vernici siamo andati a trovarli...


Progetto Diogene rappresenta una delle realtà più frizzanti e giovani del panorama culturale italiano. Come nasce e da quali premesse si sviluppa?
Il progetto Diogene è il frutto della collaborazione di un gruppo di artisti che, ormai tre anni fa, ha sentito l’esigenza di ritornare a mettere al centro del discorso il lavoro dell’artista e il suo ruolo nella società, costruendo un luogo di riflessione e di ascolto.
Abbiamo scelto la figura storica di Diogene poiché rappresenta un ideale rapporto con la realtà caratterizzato da una riduzione del superfluo allo stretto necessario e connesso all'autonomia di pensiero, all'attenta osservazione del mondo, al cosmopolitismo e all'edificazione di una consapevolezza sempre vigile.

Progetto Diogene si sviluppa a Torino, in una città che negli ultimi anni ha saputo rivolgere il proprio sguardo alla contemporaneità. Sul vostro sito compaiono i nomi dei numerosi interlocutori che hanno supportato il vostro progetto. Quanto conta saper fare rete?
Sicuramente il fatto di trovarci in una città come Torino, nella quale esistono diverse istituzioni che si occupano di arte contemporanea, ha in qualche modo facilitato lo sviluppo del processo. In particolare la Compagnia di San Paolo e la Regione Piemonte si sono dimostrate, sin da subito, molto interessate a sostenere un progetto gestito in completa autonomia da un gruppo di artisti e, anche in questi tempi di grande crisi, hanno continuato a credere nel progetto.

In un contesto di crisi economica che si ripercuote inevitabilmente sul sistema culturale, portare avanti un progetto come il vostro è una sfida coraggiosa. Quali sono le difficoltà maggiori? Con quali aspettative e con quali timori guardate alla situazione italiana e internazionale?
Le difficoltà sicuramente ci sono e la situazione italiana ci pare molto grave: viviamo in un Paese allo sbando, nel quale la cultura non trova spazio. Il nostro progetto nasce anche come forma di resistenza a questa situazione.
Un'altra difficoltà è riuscire a trovare il tempo, le risorse (e le energie) per far coesistere la propria ricerca artistica individuale con il progetto collettivo.

Attualmente state portando avanti il progetto di residenza d’artista “Diogene_bivaccourbano”. Di cosa si tratta?
Diogene_bivaccourbano è un progetto di residenza internazionale nella città di Torino. La peculiarità della nostra residenza è che l’artista viene ospitato in una struttura, il bivacco, da noi costruito in uno spazio interstiziale della città. La costruzione del bivacco diventa un'esperienza concreta della nostra volontà di un incontro, il principio del prendersi cura dell'altro attraverso uno scambio. Il programma di residenza è gestito in tutte le sue fasi (bando internazionale di concorso, selezione progetto vincitore, logistica, ecc.) dagli artisti del gruppo. Quest’anno abbiamo individuato come possibile struttura abitativa la carrozza dismessa di un tram, che è stata completamente ristrutturata ed è attualmente abitata dagli artisti belgi Nico Dockx, Pol Matthé, Helena Si. Al termine della residenza, il tram diventerà la sede di Progetto Diogene per quattro anni; uno spazio che sarà vissuto come luogo di progettazione e nel quale saranno ospitati incontri, mostre, workshop e conferenze che avranno come obiettivo principale l’approfondimento di lavori artistici.

Quali altri progetti avete in cantiere?
Le idee sono molte: una piccola biblioteca specializzata in testi d’arte, aperta al pubblico per la consultazione e per un dialogo diretto con gli artisti del gruppo; escursioni collettive, l’affitto di un terreno sul quale sperimentare modalità diverse di rapportarsi con lo spazio, con il suolo, con il paesaggio.
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Info utili

Gli artisti del Progetto Diogene sono:
Donato Canosa, Ludovica Carbotta, Andrea Caretto, Manuele Cerutti, Sara Enrico, Davide Gennarino, Luca Luciano, Laura Pugno, Andrea Respino, Raffaella Spagna, Monica Traverniti, Cosimo Veneziano.

L'artista vincitore del concorso Residency Program 2009:
Nico Docks (Ekeren, 1974) vive e lavora ad Anversa, Belgio. Docks collaborerà durante la residenza con Pol Matthè, Helena Sidiropoulos, Jochem Vanden Ecker.
Durante la residenza il gruppo svilupperà il progetto "Rotonda Fluttante" che si svilupperà come un workshop interdisciplinare che vedrà il coinvolgimento di artisti, studiosi, critici e persone interessate. Numerosi eventi collaterali saranno organizzati in collaborazione con la galleria e/static, Artissima e altre realtà torinesi. Il 20 novembre l'artista incontrerà il pubblico durante l'Open Studio conclusivo.

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