Da settembre avremo una ragione in più per recarci a Napoli, già meta di un attento turismo culturale. Il 13 settembre, infatti, inaugurerà il Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch.
Giuseppe Morra e l’omonima Fondazione inseguono il progetto da anni, e nel passato più recente hanno dedicato ampio spazio all’artista, promuovendone performance e retrospettive, tra le quali fece tanto discutere quella di maggio del 2002 che si svolse in concomitanza ai festeggiamenti di Pentecoste. Quella di Morra è la storia di una passione mecenatesca e di un’amicizia che generano una proposta culturale ambiziosa.
Il museo sarà archivio ma anche laboratorio, unendo la funzione conservatrice a quella educativa, proponendo riflessioni e favorendo la nascita di nuove idee, assumendo la funzione di centro studi. In particolare la documentazione presenterà dipinti, installazioni e materiali vari legati alle azioni performative dell’OMT - Orgien Mysterien Theater.
Nitsch si è sempre detto alla ricerca di un nuovo modo di fare teatro che gli consentisse di superare i confini e gli schemi pre-esistenti, alla ricerca di un’azione scenica che potesse svilupparsi ovunque, trascendendo il palcoscenico. Le sue idee rivoluzionarie gli hanno però quasi impedito l’accesso a molti teatri, aprendogli però altre porte e portandolo la sua ricerca sperimentale in gallerie e spazi indipendenti, ma soprattutto in luoghi non deputati all’arte. Ecco quindi che il museo di Napoli rappresenta la rottura della consuetudine, proprio come le performance sovvertitrici dell’artista.
Le azioni di Nitsch tendono a coinvolgere tutti cinque i sensi, rendendolo precursore di quei movimenti sinestetici che tanto vanno di moda in questi anni. Nitsch punta alla liberazione dell’individuo (“liberazione” in senso freudiano) dalle inibizioni e i limiti imposti dalla cultura e dalle regole sociali. Performance nelle quali religione, miti, riti, stati di trance, eccitazione, sangue, vita, morte, istinti primordiali si fondono in un’alchimia di musica, teatro, architettura e happening.
Nitsch è così controverso che non ci sono alternative: o lo si odia, o lo si ama. E a coloro che lo amano non resta che aspettare il 13 settembre.
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