Per Speculum 2006 Printed photograph
La 15a Quadriennale di Roma si è conclusa con la consueta assegnazione dei premi agli artisti più significativi. La manifestazione ha proposto, in questi tre mesi, un focus indimenticabile sull’arte italiana. Ovviamente, nell’era della globalizzazione e del superamento dei confini geografici, i concetti diventano più elastici, alla Quadriennale hanno partecipato quindi anche italiani che risiedono all’estero così come stranieri che lavorano in Italia. A uno di loro, Adrian Paci, è stato assegnato il Premio Quadriennale (dal valore di 20 mila Euro) Paci, nato a Shkoder (Scutari) in Albania nel 1969, vive e lavora a Milano ed è uno degli artisti più popolari del momento. Il riconoscimento concreto è arrivato con la partecipazione alla 48.Biennale di Venezia, nel 1999, che, vero e proprio trampolino di lancio, gli ha permesso di affermarsi nel panorama internazionale, dal Canada alla Germania, passando per praticamente tutti gli stati europei. La sua ricerca artistica è in continua evoluzione e denota un non comune eclettismo di mezzi, stili e tecniche; ciononostante i temi restano costanti. Le questioni sociali contemporanee vengono sollevate con uno stile immediato, asciutto, diretto, ma anche profondamente ironico attraverso il quale Paci racconta le problematiche del suo paese (e più in generale dell’intera zona balcanica) le sofferenze degli oppressi, le tradizioni persistenti e quelle dimenticate da una società alla quale spesso mancano le possibilità di scelta. Ogni lavoro di Paci si presenta come uno spunto di riflessione, offre spontaneamente il fianco al pensiero, permettendo così alla sua arte di non fermarsi alla mera estetica, che per quanto indispensabile, non basta più. Paci si inserisce perfettamente in quelle correnti di artisti che senza falsi pietismi propongono a se stessi e agli spettatori una consapevolezza estrema del proprio tempo.
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