(articolo pubblicato su Artkey n°6 - settembre/ottobre 2008)
L’arte contemporanea non ha più frontiere e ci sono opere che potrebbero essere realizzate da chiunque e in ogni parte del mondo e delle quali, senza conoscere l’identità dell’autore, risulta difficile stabilire la provenienza. Al contrario, ci sono artisti così caratterizzati nella propria poetica e tanto legati alle radici territoriali da risultare inconfondibili. Tra questi spiccano numerosi giapponesi i quali, almeno in parte, esaltano la recente tradizione fumettistica dei manga e degli anime. Per i nipponici quella dell’illustrazione è un’arte visuale vera e propria, che vanta un ruolo culturale, ma anche economico, di tutto rilievo.
Capostipite della pop art nipponica che si ispira ai manga e ai cartoons è Takashi Murakami, i cui lavori, in special modo le sculture, hanno raggiunto prezzi esorbitanti e girato il mondo. Lavoratore indefesso, non si accontenta di essere tra gli artisti che più producono in termini numerici, ma riorganizza il sistema dell’arte contemporanea del Sol Levante. Nel 2001 fonda la Kaikai Kiki Co. una piattaforma per la promozione di eventi e, soprattutto, di artisti per lo più giovanissimi. Tra le attività di Kaikai Kiki, decisiva per lo sviluppo del sistema dell’arte, spicca la gestione di Geisai la più importante fiera d’arte contemporanea del Giappone. Geisai è l’araba fenice che rinasce da una fiera preesistente e apporta nuovo splendore. A cadenza bimestrale, di recente approdata anche a Miami come evento collaterale di ArtBasel Miami Beach, è l’unica fiera a proclamarsi “palestra per gli artisti”. Questi possono promuovere direttamente i propri lavori e allestire stand creativi senza affidarsi a intermediari, inoltre una giuria d’eccellenza seleziona e premia gli artisti migliori appartenenti alle diverse categorie. Proprio la giuria della Fiera, nonché il precedente lavoro di non-selezione, rendono Geisai un appuntamento autogestito di forte impatto qualitativo e in grado, perciò, di attrarre diversi target di pubblico: il curioso, l’appassionato ma anche il grande collezionista o l’operatore professionale. Geisai funziona perché pare riesca a soddisfare tutti. Agli artisti viene data la possibilità non solo di vendere, ma soprattutto di inserirsi in una rete, di creare dei contatti, di trovarsi a confronto con il mercato dell’arte e i suoi protagonisti. E i collezionisti sembra si divertano a trovarsi in un clima tanto conviviale, flessibile, fuori dal rigido galateo e nel quale possono veramente tentare investimenti rischiosi, ma poco costosi, su artisti emergenti.
Singolare poi la durata della Fiera: un unico giorno nel quale gli artisti si giocano tutto.
Successo dopo successo, Geisai è giunta alla sua undicesima edizione con tanto di delocalizzazione negli States - dove si è insediata anche una succursale di Kaikai Kiki.
L’evento 2008 si svolgerà il 14 settembre al Tokyo Big Sight e quest’anno annovera circa 1.000 partecipanti, perlopiù giovanissimi. Novellini invece non sono i giurati, la cui competenza è indiscussa. I diversi settori di provenienza di ognuno rendono lo sguardo della commissione completo e multidisciplinare. Jack Bankowsky - curatore, critico ed editore, scrive per ArtForum e ha fondato la rivista Bookforum - Alison Gingeras - curatrice presso la François Pinault Collection, ha collaborato con i maggiori musei, tra i quali Palazzo Grassi, Guggenheim, Centre Pompidou - Carol Yinghua Lu - curatrice indipendente e scrittrice, lavora con prestigiose istituzioni e università - Philippe Sègalot - art advisor, consulente, esperto in aste e mercato dell’arte - Marc-Olivier Wahler - attualmente direttore del Palais de Tokyo di Parigi, collabora assiduamente con importanti istituzioni e riviste.
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