Giocare a Scarabeo sperimentando i neologismi della lingua italiana può essere divertente e allo stesso tempo impegnativo. È ciò a cui è stato invitato il pubblico accorso al Museo del giocattolo di Catania il 9 marzo scorso. Okkio per Okkio Sessantaquakkio è il titolo dell’ultima performance interattiva ideata da Gabriella Ciancimino. La giovane artista palermitana da anni si dedica alla sperimentazione artistica, allo studio della lingua e dei dialetti e all’osservazione dei luoghi di sviluppo della socialità. Il risultato è un’arte che conduce ad una riflessione semiotica ed epistemologica sulla comunicazione verbale contemporanea. Ciancimino riflette sull’uso della lingua, principale mezzo di confronto e incontro e ne valuta l’evoluzione.
L’azione catanese del 9 marzo non è solo una riflessione sui neologismi, anche se da qui vuole partire. È un momento di socialità e di indagine. Il linguaggio è, allo stesso tempo, il mezzo e il fine della performance. Il momento dell’azione artistica diviene momento sociale durante il quale chi ha voglia di mettersi in gioco e sperimentare le proprie capacità comunicative viene invitato a giocare. Allo stesso tempo, coloro che non giocano direttamente, osservano, modificano la situazione con la propria presenza ricettiva e attiva, propongono suggestioni; anche una risata o uno sbadiglio possono modificare la direzione dell’happening.
Oggi è quasi obsoleto parlare di lingua o di linguaggio: diviene necessario parlare di linguaggi, in un’epoca nella quale nuovi contesti comunicativi si creano e scompaiono rapidamente, spesso sovrapponendosi. Chiunque è quotidianamente messo nelle condizioni di utilizzare differenti linguaggi (orali o scritti) in altrettanti contesti e di passare da uno all’altro. E i principali fautori e vettori di tale fenomeno sono le nuove generazioni capaci di alternare linguaggio famigliare, scolastico, da strada... Fruitori cardine delle nuove tecnologie e allo stesso tempo primi obiettivi del marketing pubblicitario e mediatico, gli adolescenti creano e distruggono espressioni in un batter di ciglio. Le formule gergali separano e definiscono i gruppi, contribuendo a precisarne l’identità. Hip-hop, graffiti, free-style divengono il pane quotidiano per chi si nutre di creatività e cambiamento.
La performance di Ciancimino costituita attorno un mega scarabeo diviene metafora e allo stesso tempo analisi di questo fenomeno. Il pubblico è stato invitato a interagire con nuove espressioni talvolta incomprensibili, che ibridano sigle e dialetti, parole straniere e abbreviazioni, frutto di contaminazioni disparate e slang fantasiosi. Il gioco ha delle regole che vengono sovvertite in quella che diventa un’improvvisazione musicale iperbolica.
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