Aurore Valade, Tutu rose
La GAS - Gagliardi Art System Gallery di Torino presenta, per la prima volta in Italia alcuni lavori di Aurore Valade, giovanissima marsigliese già conosciuta in patria. A soli 26 anni ha già esposto in diversi spazi culturali e recentemente è stata selezionata per una mostra al Musée d'Art Moderne de Collioure, segno di una maturità artistico-intellettuale insolita e autentica.
Alla GAS, Valade presenta “Intérieurs avec figures” a cura di Maria Cristina Strati: sedici fotografie, sedici ritratti di ambienti domestici, abitati da una quotidianità annoiata e statica. Non attimi rubati, piuttosto scenografie pompose, curate persino negli infinitesimali dettagli, che presentano momenti di stasi, personaggi rigidi, con una voluta non-espressività sconvolgente ma anche intima e seducente.
Tinte forti, colori brillanti, quasi un voyeurismo fotografico che ricorda La Chapelle, ma meno morboso e non altrettanto kitch. Valade ci racconta di interni abitati da figure, in prevalenza femminili, immortalate in pose teatrali, che rendono i lavori un ponte tra un’indagine sul quotidiano e scenari surreali. Interni quasi barocchi, sguardi vacui, cura maniacale della rappresentazione che ricorda alcune composizioni di Velàzquez.
Donne, bambine e animali domestici i soggetti principali, gli uomini -rari- paiono orpelli, soprammobili posti accanto ad un’infinità di altri oggetti accatastati, o meglio: accumulati, in un caos così ordinato da sembrare compulsivo.
Ciò che più colpisce e lo sguardo di queste donne che raramente si volge allo spettatore: espressioni assenti, rigide, prive di emozioni tanto da sconcertare. E le bambine (ennesimo omaggio a Las Meninas del maestro spagnolo) disturbano; impietrite, perfette, bambole vacue prive di qualsiasi moto d’animo.
Le fotografie indugiano su scenografie plurilivello: oggetti su piani diversi, specchi, porte… un gioco di distanze che cattura lo sguardo, invitando lo spettatore ad abbandonare la passività e ad addentrarsi in una fruizione meno superficiale.
L’identità femminile e le mura domestiche sono il centro della ricerca estetica di Valade che pare rappresentare una tristezza esistenziale, quasi cosmica, dove il cosmo è lo spazio casalingo, pieno zeppo di oggetti e ornamenti del tutto superflui.
Gli artifici presenti sulla scena divengono la maschera senza espressione sui volti dei personaggi. Qual è il posto della donna oggi? In una analisi che presenta spaccati quotidiani di persone di estrazione sociale evidentemente diversa, ciò che accomuna le donne ritratte è lo stesso spirito piatto, quasi funereo, di accettazione passiva della realtà.
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