(nota: questo articolo è stato pubblicato su Artkey n°6 - settembre/ottobre 2008)
Ci sono città fortunate nelle quali ogni anno ha luogo una biennale: a Venezia, per esempio, il giro di valzer vede protagonista un anno l’arte contemporanea, quello successivo l’archittettura; Lione alterna l’arte contemporanea alla danza e ora Mosca, dopo il successo delle prime due edizioni della Biennale cittadina, decide di dedicare gli anni pari alla Biennale internazionale dell’Arte Giovane.In realtà un festival internazionale dedicato alla Giovane Arte si è svolto presso il Centro d’Arte Contemporanea di Mosca a cadenza annuale dal 2002 al 2006, ma ora quel progetto è cresciuto ed è stato promosso, passando da avvenimento annuale a grande evento dal respiro internazionale che solo il format della Biennale - con la conseguente inclusione di tante competenze - può garantire.
Un progetto ambizioso, unico nel suo genere, curato da un comitato di esperti presieduto da Daria Pyrkina, storica e critica dell’arte a capo del New Generation Programme of the National Centre for Contemporary Arts.
La Biennale junior è stata fortemente voluta dagli enti locali (Federal Agency for Culture and Cinematography; Moscow Department of Culture; National Centre for Contemporary Arts; Moscow Museum of Modern Art) e si svolgerà principalemente nel National Centre for Contemporary Arts e nel Museo di Arte Moderna di Mosca. Ovviamente però numerose gallerie, centri d’arte e associazioni sono i complici dell’evento che per tutto il mese di luglio animerà la capitale Russa. Inoltre, gli organizzatori hanno deciso di coinvolgere principalmente curatori free-lance e associazioni di giovani artisti che hanno interesse a promuovere le recenti emergenze artistiche.
La missione è sostenere la nuovissima generazione di artisti e permettere al vasto pubblico di apprezzarne la creatività.
Il comitato curatoriale ha dichiarato alla stampa di aver deciso di non attenersi solamente all’età degli artisti per selezionare le opere, ma di aver utilizzato criteri complessi per valutare lo stadio di maturità dell’attività creativa degli stessi. Rimane il dubbio su quali siano i parametri oggettivi da utilizzare per una scelta simile, ma il team evidentemente ha deciso di non attenersi a schemi rigidi che l’arte è in grado di superare: pare siano stati cercati, quale denominatore comune delle opere scelte, una sorta di spirito giovanile, un pathos fresco e autentico, una nuova visione e un approccio metodologico originale.
La domanda posta (che è il tema stesso della manifestazione) è Qui vive?, quesito al quale gli artisti selezionati (in gran parte comunque di età anagrafica al di sotto dei 35 anni) hanno cercato di dare risposta ingegnandosi in nuove strategie, concezioni e tecnologie, come indicato nella chiamata a concorso. Moltissimi i selezionati che ancora non hanno avuto la possibilità di esibire i propri lavori in una mostra permanente, altra condizione preferenziale per essere accettati. La Biennale ha precisato infatti di voler celebrare un’espressività “pura, libera dalle contaminazioni del mercato” che privilegi i talenti naif ed estemporanei. A dire il vero il proposito ci pare un po’ utopico o, meglio, volutamente ingenuo, ma tant’è, lo seguiamo con curiosità e passione come si confà in caso di un evento nuovo, di sicura qualità (data la fama degli organizzatori e degli attori coinvolti) e che si prefigge di portare idee innovative e differenti. Insomma, finalmente una proposta inedita che apporterà sicuramente punti di vista interessanti.
A tal proposito, l’annuncio della Biennale ha già prodotto un fermento di galleristi, collezionisti e appassionati in cerca di talenti e interessati alle nuove leve, all’arte inedita o più pragmaticamente agli investimenti sul lungo termine. Auspichiamo che i riscontri siano positivi per la neonata avventura moscovita e soprattutto per i giovani artisti, ai quali non possiamo che augurare la buona sorte, in un momento in cui il mercato pare essere in crisi, rendendo ostico l’inserimento dei nuovi talenti.
Per quanto riguarda l’Italia, l’organizzazione partners del progetto russo (e quindi incaricata di progettare la retrospettiva sulla giovane arte italiana) è l’Istituto Garuzzo per le Arti di Torino che per l’occasione ha organizzato la mostra “Oltre i confini del corpo”, curata da Marisa Vescovo e Alessandro Carter. A Mosca ci rappresenteranno: Bianco e Valente, Domenico Borrelli, Filippo Centenari, Davide Coltro, Paolo Consorti, Daniele Girardi Paolo Grassino, Diego Scroppo, Francesco Sena, Saverio Todaro, Fabio Viale; non proprio dei giovani sconosciuti, si potrebbe obiettare, ma di sicuro dei validi ambasciatori che, ne siamo certi, faranno apprezzare la giovane arte italiana all’estero.
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