Dove va a finire l'arte contemporanea?

Eccezionalmente inserisco un comunicato stampa diramato quest'oggi da AMACI.

AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani - riunisce 25 tra i più importanti musei d’arte contemporanea italiani, tra cui il MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, ed è nata nel 2003 con lo scopo di fondare una vera cultura istituzionale dell’arte moderna e contemporanea nel nostro Paese.
Data l'importanza e la delicatezza dell'argomento, penso sia necessario dare la massima visibilità e diffusione al comunicato diffuso in questi giorni.

ROMA, 19 MAGGIO 2009
AMACI - ASSOCIAZIONE MUSEI D’ARTE CONTEMPORANEA ITALIANI

CONVOCATA DALLA COMMISSIONE DEL SENATO

PER DISCUTERE DELLO SCHEMA DI RIORGANIZZAZIONE

DEL MIBAC – MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI.

Martedì 19 maggio, AMACI - Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani ha presentato le sue osservazioni alla 7ª Commissione Cultura del Senato, in riferimento allo schema di regolamento di riorganizzazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

L’Associazione si è detta fortemente preoccupata per la riforma in atto. In particolare, AMACI ha sottolineato alla Commissione come l’unificazione delle due Direzioni (Direzione generale per la qualità e la tutela del Paesaggio, l’Architettura e l’Arte Contemporanea – PARC - e la Direzione generale per i beni architettonici, storico-artistici ed etno-antropologici) rischi di provocare una significativa perdita di efficienza ed economicità, da parte del Ministero, nei diversi ambiti della tutela del patrimonio culturale e della promozione della cultura della contemporaneità, ora suddivisi tra le due Direzioni.

Nell’economia del nostro Paese, in aperta contraddizione con la crescita del peso specifico dei settori della creatività, la soppressione della PARC provocherebbe una caduta di attenzione rispetto all’arte del nostro tempo, con il conseguente incremento del divario tra l’Italia e gli altri stati europei.

AMACI ha inoltre osservato come le ricorrenti riorganizzazioni della struttura del Ministero, che costringono i funzionari a rincorrere continue modifiche dell’apparato organizzativo interno, anziché concentrarsi unicamente e concretamente sui problemi reali, finiscano con l’impedire al Ministero di sviluppare una politica culturale incisiva.

AMACI ha quindi proposto alla Commissione del Senato di prevedere un’adeguata separazione tra le funzioni di tutela dei beni culturali, valorizzazione dei beni culturali e promozione della cultura del nostro tempo, mantenendo pertanto attiva la Direzione PARC, per la promozione della qualità del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee.

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