I giovani che visitano le nostre rovine non vi vedono che uno stile

(articolo pubblicato su Espoarte - contemporary art magazine n. 60, agosto-settembre 2009)
Danilo Eccher si è da poco insediato alla GAM ti Torino e già soffia vento di novità. La Galleria guarderà al contemporaneo e l'intera collezione permanente sarà riallestita. Durante i mesi estivi, quindi, gli spazi saranno ripensati e le diverse opere collocate secondo criteri più attuali. Ma per non lasciare il visitatore a bocca asciutta, nelle sale interrate della GAM è stata allestita una mostra coraggiosa quanto originale che sancisce la destinazione d'uso del piano sotterraneo, da ottobre riservato alle emergenze artistiche più contemporanee. La mostra parte da una riflessione di Jean Cocteau (La difficoltà dell'essere, Mondadori, 2005) e si intitola "I giovani che visitano le nostre rovine non vi vedono che uno stile". Curata da tre giovanissimi curatori collettivamente chiamati FormContent, con la supervisione di Elena Volpato - curatrice della Collezione GAM da oltre dieci anni - l'esposizione propone un dialogo tra opere di artisti storicizzati e opere di artisti più acerbi.

Indubbiamente una delle mostre più interessanti degli ultimi tempi. Per una volta le produzioni dei giovanissimi non sono un semplice scopiazzare i grandi nomi, ma denotano una forte personalità.
Indubbia la levatura culturale dei tre curatori che hanno accompagnato il pubblico nella visita alle sale espositive; si tratta di professionisti preparati ma non altezzosi, simpatici e in grado di trasporre un'idea concreta e semplice in una mostra complessa. È evidente la sintonia tra curatela e produzione artistica, data probabilmente dall'instaurarsi di un sentire comune dovuto non solo alla condivisione anagrafica. Inoltre, il valore della mostra supera di gran lunga la mera scelta di artisti di buon livello, come si evince dall'allestimento stesso: un percorso improntato sulla dialettica e sull'innovazione dei linguaggi.
Ci duole dirlo, ma le opere meno degne di nota risultano essere quelle degli artisti italiani che si limitano a presentare lavori poco originali, seppur eseguiti con maestria tecnica. Talvolta l'adoperarsi molto nella creazione del contenitore, non coincide con l'elaborazione di un contenuto forte.
Interessanti, invece, i lavori di Michael Dean, Florian Roithmayr e Andrea Büttner, che ben si inseriscono in una conversazione con l'eredità artistica che gli artisti (non solo del Novecento) hanno lasciato. Tra i "grandi" in mostra, la GAM rende omaggio a Giulio Paolini, Giorgio Morandi, Sol Lewitt, Giuseppe Penone, Richard Serra, Mino Rosso, Felice Casorati.

Artisti in mostra:
Salvatore Arancio, Francesco Barocco, Andrea Büttner, Vanessa Billy, Felice Casorati, Steven Claydon; Isabelle Cornaro, Dadamaino, Michael Dean, Simon Dybbroe Møller, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Giorgio Morandi, Thomas Houseago, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Seth Price, Clément Rodzielski, Florian Roithmayr, Mino Rosso, Alberto Savinio, Richard Serra, Woody Vasulka.

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