
La giustificazione ufficiale è la solita: emergenza bilancio!La giunta entrante dichiara di trovarsi di fronte a un enorme “buco” finanziario e deve, giustamente, far fronte alle impellenti emergenze sociali che all’improvviso investono Roma.
La solfa non cambia: quando bisogna tagliare la spesa pubblica il settore privilegiato è da sempre quello culturale (assieme a Università e Ricerca e ad altri indispensabili settori considerati di serie B). E mentre all’estero - e per nostra fortuna anche in alcuni illuminati centri nostrani - si è capito che l’economia della conoscenza e gli investimenti culturali sono uno degli ingredienti della ricetta per il progresso sociale, a Roma si decide di operare in senso contrario. Chi lavora nel settore culturale ormai non ce la fa più a sentire le solite nauseanti tiritere che sostengono che i finanziamenti alle arti sottraggono soldi agli ospedali, alle scuole e al sociale, come se si trattasse di una guerra –tra poveri- tra settori in competizione, quasi che l’amministrazione pubblica fosse di fronte ad un rigido trade-off.
A Roma a farne le spese sarà quella cultura contemporanea che è stata il fiore all’occhiello della giunta di Veltroni: estate romana e Notte Bianca in primis e, si preannuncia, jazz e cinema.
Umberto Croppi, nuovo Assessore alla Cultura – nonché direttore della Fondazione Valore Italia - ha dichiarato alla stampa: “Estate romana e Notte Bianca dovremo riprogettarle alla luce delle mutate esigenze, mentre su altre [manifestazioni culturali nda], come la Festa del cinema, stiamo pensando alcune proposte”. Nel frattempo la Notte Bianca è stata annullata e il programma per l’estate romana ridotto; le istituzioni collegate all’evento e gli esercenti hanno già inviato una lettera di protesta al Sindaco, affinché riveda le posizioni della Giunta.
A quanto ammontino i tagli annunciati non è ancora dato sapere, però dalle dichiarazioni fatte ai media pare che in un futuro non precisato ci saranno i soldi per smantellare la teca di Meier e riposizionarla altrove, investire in un altro intervento sullo stesso luogo e liberare la Capitale “da tutti gli sfregi”; riportandola forse al suo antico o tuttalpiù neoclassico splendore. Inoltre, cavalcando lo spirito nostalgico tanto a caro a certa politica italiana poco incline al rinnovamento, si pensa già ad un nuovo museo che celebri Roma e il suo passato. Ci si chiede con quali soldi verrà finanziato il progetto… ma forse allora gli ospedali di Roma saranno stati tutti risanati e le emergenze sociali saranno solo un vecchio ricordo legato all’amministrazione passata.
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