Estetica del disgusto? La biennale di Sidney stupisce il proprio pubblico.

(nota: questo articolo è stato pubblicato su Artkey n°6 - settembre/ottobre 2008)

Andres Serrano, Morgue


Dai nudi di Michelangelo alla Merda d’artista di Piero Manzoni, passando per la serie Morgue di Andrè Serrano, l’arte di tutti i tempi ha prodotto opere conturbanti, al limite dell’accettazione, capaci di schioccare e impossibili da osservare senza un moto emotivo complesso e ambivalente. È pur vero che l’arte deve produrre discontinuità attraverso l’indagine del reale, che è per sua natura confuso, ambiguo, talvolta tragico o grottesco. È altrettanto vero che, di fronte a certi temi l’unico giudizio che vale è quello del singolo, influenzato ovviamente dal contesto storico-sociale. Il semiologo Paolo Fabbri si occupa con ironia e irriverenza della materia da lui ideata: Estetiche del disgusto e, per chi ha avuto modo di ascoltarne le lezioni o di leggere i suoi scritti, offre una interessante panoramica sull’argomento.
Da sempre i temi che confondo riguardano la sfera dell’etica sentimentale più che del gusto: la vita e la morte, la religione, il corpo e le sue aberranti derivazioni: mutilazioni, escrementi, ferite, sesso…
Come non pensare a Gilbert&Gorge, o a Marina Abramovich? O al nostro Oliviero Toscani, cacciato da Benetton dopo numerose campagne pubblicitarie, provocanti ma accettate, nel momento in cui fotografò i detenuti nel braccio della morte, scatenando una serie di discussioni collettive controproducenti rispetto all’obiettivo della casa di moda? E come tralasciare la recente polemica scatenata in Alto-Adige dall’esposizione della rana crocifissa di Martin Kippenberger?

Alla Biennale di Sidney, in corso in questo momento, la palma per il lavoro considerato osceno va all’australiano Mike Parr. I visitatori si sono rivolti alle forze dell’ordine dopo aver visto un video nel quale l’artista decapita un pollo. Il video era preceduto da un cartello informativo che ne scoraggiava la visione ai minorenni, ma secondo la polizia l’avviso avrebbe dovuto essere più dettagliato. La Biennale propone una serie di lavori di Parr nei quali l’artista infligge su se stesso tagli o piccole ustioni, sutura sul proprio volto della carne e vomita tintura blu.
Gli organizzatori dell’evento hanno ovviamente difeso Parr, lodandone il lavoro contemporaneo in linea con il tema della Biennale: Revolutions – Forms That Turn.
A Sidney pare siano oggetto di discussione anche il Cristo crocifisso sulle ali di un aereo bellico americano, opera di Leon Ferrari che dal 1965 viene censurata e criticata e allo stesso tempo osannata, come sempre in questi casi.
Da parte nostra, l’Italia è ben rappresentata da Maurizio Cattelan e dal suo Novecento, il cavallo tassermizzato appeso al soffitto. Chissà che effetto avrebbero sui visitatori puritani alcune delle altre opere di Cattelan: bambini impiccati in piazza, o costretti nei banchi scolastici, o ancora il Papa colpito da un meteorite o lo scoiattolo suicida…
Insomma, la Biennale di Sidney, curata da Carolyn Christov-Bakargiev, propone arte per tutti i gusti e disgusti… assolutamente da non perdere!

Nessun commento:

Posta un commento