Intervista a Silvia Evangelisti

(articolo pubblicato su Artkey n°8 - gennaio/febbraio 2009)

Avrà luogo dal 23 al 26 gennaio la 33ª edizione di Arte Fiera | Art First Bologna, appuntamento imperdibile per gli appassionati e i professionisti dell’arte moderna e contemporanea. Successo dopo successo, edizione dopo edizione, Arte Fiera si conferma la Fiera italiana più interessante, in grado di indirizzare le anticipazioni dei gusti e di confermare le tendenze in atto. Diventa così anche un prezioso indicatore per comprendere gli andamenti di un mercato oggi più che mai disordinato. Ho intervistato la direttrice artistica della Fiera, Silvia Evangelisti.

Susanna Sara Mandice: Arte Fiera quest’anno presenta un nuovo allestimento dal taglio quasi museale. La Fiera sarà ancora più elegante, unendo alla qualità delle gallerie selezionate, anche una qualità degli spazi che accoglieranno il pubblico. Vuole presentare ai nostri lettori questo progetto?
Silvia Evangelisti:
Già da qualche anno Arte Fiera ha rinnovato gli spazi espositivi scegliendo un layout elegante e dal taglio museale.
La scelta di impegnarci per un miglioramento della qualità degli spazi non è stata dettata tanto da ragioni, diciamo, estetiche, ma soprattutto dalla consapevolezza di ciò che una fiera d’arte comporta: pur essendo un evento commerciale, una fiera non può né deve prescindere dal valore culturale di ciò che propone e dunque è necessario che gli spazi espositivi siano degni delle opere d’arte che ospitano. Sia i collezionisti che gli appassionati d’arte devono poter godere della vista delle opere in un ambiente spazioso e confortevole, oltre che elegante. Quest'anno completiamo il progetto con un nuovo allestimento e una nuova location: i padiglioni di Arte Fiera 2009 saranno tre (fino a ora erano quattro), tutti collocati allo stesso livello e intercomunicanti tra loro attraverso ampi e luminosi corridoi. I nuovi padiglioni, inoltre, offrono l’opportunità di un layout più razionale e “duttile”, poiché non hanno pilastri interni. Con l’occasione del trasferimento, rinnoveremo anche gli spazi di sosta e di intrattenimento: a una nuova e ampia Vip Lounge si affiancano (oltre ai bar e ristoranti tradizionali) una champagneria della Laurent Perrier e un ristorante del famoso chef Uliassi.
Insomma cerchiamo di rendere più confortevole possibile la visita ad Arte Fiera.
S.S.M. Arte Fiera è la prima Fiera italiana, dal punto di vista storico, qualitativo e organizzativo. Uno dei suoi punti forza è sicuramente il legame con il territorio e con gli stakeholder. Come si sviluppano, nel tempo, progetti di riconoscimento reciproco? Quali saranno gli eventi di Arte Fiera Off 2009?
S.E.
Arte Fiera è una delle prime fiere d’arte nate al mondo e, negli anni, ha consolidato il proprio ruolo di vetrina internazionale per l’arte italiana e mondiale. Ma una fiera ha, oggi, necessità di avere un’identità forte, riconoscibile, per confrontarsi con le molte manifestazioni analoghe che sono sorte in tutto il mondo. Il rapporto stretto con il territorio, in particolare con la città di Bologna, è uno dei punti di differenziazione di Arte Fiera rispetto alle altre fiere d’arte. Su questo abbiamo molto puntato e, dal 2006, abbiamo “istituzionalizzato” questo rapporto con l’iniziativa Bologna Art First, che porta per un mese l’arte contemporanea dentro i musei, le piazze, le biblioteche e i palazzi di Bologna.
La città ha risposto subito con entusiasmo e, da quel momento, le iniziative legate all’arte contemporanea hanno cominciato a diffondersi in tutta la città in modo quasi spontaneo. Come se Bologna non aspettasse altro che un’occasione per animarsi! Per rendere più organica e “fruibile” questa larga offerta di eventi, per l’edizione 2007 abbiamo creato Arte Fiera Off, una sorta di “fuori salone” che riunisce le mille mostre, performances, iniziative, incontri che si tengono a Bologna durante i giorni di Arte Fiera. Sarebbe davvero troppo lungo elencare le molte iniziative di Arte Fiera Off, ma le potrete trovare tutte nel sito di Arte Fiera.
Infine, lo scorso anno, abbiamo organizzato un Arte White Night che ha avuto uno straordinario successo. La strategia è stata, in fondo, solo questa: offrire un’opportunità, un’occasione aperta e di qualità per una festa dell’arte. Il resto lo hanno fatto i bolognesi e i moltissimi visitatori italiani e stranieri.

S.S.M. Durante la Fiera si svolgerà una serie di incontri sul tema del collezionismo d’arte, in partnership con il Gruppo 24 Ore e con la PARC. E ancora il Premio Euromobil, giunto alla sua terza edizione, che premia la giovane arte. La Fiera dà spazio allo stesso tempo ai protagonisti consolidati del panorama artistico e agli emergenti - artisti e galleristi -. Gli uni hanno bisogno degli altri. La Fiera diventa quindi momento di confronto e zona franca nella quale dialogare; come pensa che “vecchi e giovani” possano trarre giovamento dall’incontro reciproco in Fiera? Ritiene che in Italia ci siano altri momenti di scambio cultural-generazionale simili?
S.E.
Sin dalla sua nascita, nel 1974, Arte Fiera si è proposta non solo come una delle più importanti fiere d'arte contemporanea d'Europa, ma anche come straordinario evento culturale, affiancando alla mostra mercato iniziative che sono divenute un punto di riferimento per la cultura contemporanea. Basti ricordare solo alcuni “episodi”, come le importanti mostre dedicate alla fotografia che si sono tenute pressoché continuamente dal 1975 in poi, curate da esperti internazionali, e la storica manifestazione “La performance oggi”, del 1977, che per sei giorni ha visto succedersi, nelle attigue sale della Galleria d’Arte Moderna, i maggiori performers del mondo che presentarono dal vivo, a un pubblico numerosissimo ed affascinato, le loro “azioni”.
E poi, ancora, mostre, incontri con artisti e personalità, convegni e giornate di studio sui più importanti e scottanti temi dell’arte contemporanea cui hanno partecipato artisti di fama internazionale, critici, grandi collezionisti, storici dell’arte e personalità del mondo della cultura e della politica, quali gli stessi ministri per i Beni Culturali.
Questa vocazione culturale di Arte Fiera prosegue e si consolida, nell’edizione 2009, in un programma di incontri e panels che ruotano intorno al tema – cruciale per una fiera d’arte – del collezionismo privato e pubblico nelle sue molteplici forme, moderati da personaggi della cultura. Il programma si articola in quattro incontri che coinvolgeranno critici, curatori e collezionisti internazionali; tra gli incontri, uno è realizzato in collaborazione con il Gruppo 24 Ore, media partner di Arte Fiera, e uno in collaborazione con la PARC, la Direzione generale per l’arte, l’architettura e il paesaggio del Ministero dei Beni Culturali. Ci sarà poi una tavola rotonda curata dal Premio Furla, con la presenza di alcuni importanti curatori internazionali, tra cui Daniel Birnbaum, curatore della prossima Biennale d’Arte di Venezia.
Questi eventi richiamano sempre maggior pubblico, in particolare giovane, che in Italia ha ben poche occasioni di incontrare prestigiose personalità del mondo dell’arte (critici, artisti, curatori, direttori di musei). Anche questo è un problema italiano: non ci sono momenti collettivi dedicati all’arte contemporanea, se si toglie - per certi aspetti - la Biennale di Venezia e, recentemente, l’esperimento del Festival dell’Arte Contemporanea di Faenza.

S.S.M. In questi mesi non si può evitare di parlare di recessione economica. Le difficoltà di questi ultimi anni si sono acutizzate, in ogni settore. La scorsa edizione di Arte Fiera ha avuto un incremento di pubblico e di vendite. Quali sono le previsioni di quest’anno? Come può il sistema dell’arte contemporanea sopravvivere alla crisi dei mercati evitando di diventare un mezzo di mera speculazione?
S.E.
Certamente Arte Fiera ha il gravoso compito di aprire un anno denso di incognite per l’economia mondiale e per il mercato dell’arte. Le fiere di autunno, così come le aste, non sono andate bene e le prospettive date dagli esperti non sono in miglioramento. Nonostante ciò, io non sono troppo pessimista.
Già lo scorso anno Arte Fiera si è aperta in un momento non certo tranquillo: proprio durante l’inaugurazione è caduto il governo; in quei giorni gli Stati Uniti dichiararono lo stato di crisi economica e, qualche giorno prima, eravamo nel pieno della “settimana nera delle borse”. Eppure le vendite non andarono certo male…
Senza sottovalutare l’attuale momento di recessione economica, penso che Arte Fiera possa subire meno disagi di altre fiere, molto glamour e proiettate soprattutto sulle ultime tendenze. Arte Fiera, come Fiac e Arco, è una fiera più “classica” e stabilizzata e dunque credo (e spero) meno esposta al mutevole vento della moda. Inoltre, i collezionisti italiani sono tra i più colti e appassionati e non credo che rinunceranno del tutto agli acquisti, soprattutto ad Arte Fiera che, da sempre, a differenza di altre fiere, offre opere di alta qualità a prezzi contenuti. Certo, c’è da aspettarsi una certa cautela negli acquisti, ma io credo che i collezionisti non rinunceranno a prendere opere che li appassionano, se le troveranno.
D’altra parte, come si sente dire da più parti, dobbiamo cercare di sfruttare il ben poco di positivo che questa crisi economica porta: nell’ambito del mercato dell’arte, ad esempio, dovremmo sfruttare la situazione per ridimensionare quella “bolla” euforica (spesso attivata da investimenti di enti finanziari se non da mere speculazioni che nulla hanno a che vedere con il mercato dell’arte) che ha fatto crescere a dismisura le quotazioni delle opere di certi artisti, che in pochi mesi decuplicavano a volte senza un vero motivo se non quello della moda. Io credo che i “soggetti” intelligenti e solidi del sistema dell’arte (artisti e galleristi) lavoreranno in questo senso, in modo da limitare i danni e sostenere il sistema dell’arte internazionale.

S.S.M. In Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Stati Uniti il modello di fiera è opposto al nostro: in pochi giorni, in un unico centro urbano si sviluppano simultaneamente grandi fiere e piccoli eventi. Diversamente, in Italia l’offerta è frammentata e le diverse fiere diventano competitor. Qual è il suo parere? Un modello diverso potrebbe funzionare qui da noi? Oppure il sistema dei campanilismi è più utile al sistema italiano?
S.E.
Personalmente credo che la frammentazione in mille eventi fieristici sia molto negativa per il sistema dell’arte italiano, che già di per sé patisce di grande fragilità e quasi nullo interesse istituzionale. E forse è in questo stato che va ricercata una delle ragioni dell’anomala situazione italiana: nessun tipo di coordinamento, nessuna “gerarchia” qualitativa, nessuna scelta “politica” di pochi e qualificati eventi da valorizzare e promuovere a livello internazionale… Così, ogni città e cittadina italiana vuole organizzare la “sua” fiera (o, spesso, fieretta) creando un panorama estremamente confuso e incomprensibile per i collezionisti italiani e stranieri meno avvertiti. D’altra parte, il sistema dell’arte contemporanea italiano non è in grado di reggere un così folto numero di fiere, che comportano anche una considerevole dispersione di denaro (organizzare una fiera d’arte costa!) che potrebbe essere più utilmente impiegato per creare eventi culturali legati all’arte o migliorare l’offerta dei musei locali. Credo, dunque, che sia necessaria una riorganizzazione e razionalizzazione del “sistema” delle fiere d’arte in Italia.

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