Art Dubai, 19 - 22 marzo

(articolo pubblicato su Artkey n°4 - aprile/maggio 2008)

Ormai tutti i principali paesi del mondo hanno la propria fiera di arte contemporanea, un appuntamento annuale che diviene luogo di incontro, volano economico e che porta sicura visibilità. I media ne parlano, i visitatori giungono da lontano, il commercio si muove e i curiosi ne approfittano per dare un’occhiata. Le ricadute di una fiera ben organizzata sono sempre positive.
Quest’anno mentre in Europa i figli festeggeranno i propri padri nel giorno della festa a loro dedicata, negli Emirati Arabi si inaugurerà Art Dubai.
Quattro giorni, settanta gallerie, e tanti interessanti eventi correlati, per una fiera che vanta tre sedi organizzative in tre continenti diversi: oltre alla sede di Dubai diretta da Benedict Floyd, co-fondatore di Art Dubai, vi è una sede a Honk Kong, gestita dalla direttrice Camilla Liverton, per coordinare le attività con gli stakeholder asiatici. Infine c’è la sede di Londra diretta da John Martin co-fondatore e direttore della Fiera.
I numeri legati all’evento e la singolare gestione amministrativa non fanno che confermare come l’attenzione del mondo dell’arte contemporanea stia varcando sempre più spesso quelle frontiere che a lungo ne hanno limitato il campo visivo. Non più solo artisti europei o americani che hanno caratterizzato tanta storia dell’arte e creato stili e pensieri ormai celebri, ma nuove contaminazioni globali si affacciano all’orizzonte. Le grandi istituzioni museali, gli organizzatori di eventi fieristici e di aste, i collezionisti e i galleristi delocalizzano e viaggiano in continuazione. Gli Emirati Arabi in particolare e il medio oriente in generale sono tra le mete prescelte, insieme al subcontinente indiano e all’estremo oriente.
Art Dubai è quindi l’occasione per concentrare in pochi giorni autorevoli presenze, per innescare nuove sinergie e per allestire un momento di incontro e scoperta reciproca tra le varie forme d’espressione provenienti da diversi contesti culturali.
Oltre ai consueti stand per i galleristi, è tradizione della Fiera organizzare un Global Art Forum durante il quale si susseguono dibattiti e conferenze tenute da esperti e opinionisti internazionali. Il tema di discussione di quest’anno sarà il sostegno pubblico alla cultura: collezionismo, sovvenzioni, patronati e parternariati gli aspetti salienti, argomenti tanto attuali quanto urgenti. Per dimostrare quanto tengano alle sinergie pubblico-privato e arte-territorio, gli organizzatori hanno previsto la creazione del cosiddetto Art Park: un project space studiato per ospitare opere site specific e sperimentazioni in situ, con una particolare attenzione alla video arte. Alcuni degli artisti presenti ad Art Park saranno: Idris Khan, Jittish Kallat, Mohammed Zeeshan e Khalil Chishtee.
Tra gli eventi collaterali, originale sarà la mostra Desperately seeking Paradise, curata da Salima Hashmi, che presenterà un’esauriente selezione di opere di undici artisti pakistani. Allestita nell’apposito Pakistan Pavillion affronterà il tema del paradiso, da sempre caro alla filosofia del continente indiano, e offrirà un momento di visibilità e riscatto per un popolo oggi più che mai oppresso da turbolenze politiche e violenze civili.
Segnaliamo infine la presenza delle gallerie italiane presenti in fiera: la romana Oredaria, Giorgio Persano da Torino e la galleria Continua di San Gimignano.

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